'O SICCHJIE RA MUNNEZZA

1.5.15





Abbiamo voluto raccontare quei posti che incarnassero al meglio il concetto di osteria contemporanea, come lo intendiamo noi. Territorio e stagionalità, rapporto stretto con i produttori, quasi a creare una “comunità del cibo”. E, ancora, che avessero un legame con la tradizione, ma fossero anche capaci di innovare, sperimentare. Che avessero ben chiari i principi dell'ospitalità: quella vera, che viene dal cuore, non il mestiere che porta a sorrisi forzati e salamalecchi fasulli. E che, soprattutto, facessero bene da mangiare. Ci siamo resi conto, poi, che avevamo voglia di fotografie, di belle immagini, di ritratti, di piatti, di cucine piene di gente al lavoro, di sale e salette, di verande e dehors. Di far vedere le facce di chi, giorno per giorno, dedica la sua vita a una passione.1
( M.Bolasco, N.Ferrero)

Così inizia uno dei libri di cucina presenti nella mia “libreria del gusto”. Il libro in questione è “La grande cucina delle osterie d'Italia” edita da Slow Food Editore. Qui, grazie alle storie di 22 osterie, viene raccontata la tradizione gastronomica del nostro paese. Queste 380 pagine, fatte di bellissime immagini, parole e ricette, ci portano ad conoscere non solo storie e tradizioni, ma soprattutto persone, tutte quelle persone che di una passione ne hanno fatto un mestiere da amare e onorare. Siccome sono dell'idea che i libri che parlano di cucina debbano essere utilizzati e consumati soprattutto in cucina ( perdonate la ripetizione) ho deciso di “rubare” una ricettina che mi ha davvero incuriosito. Sto parlando di “'O sicchje ra munnezza” dell'Osteria “'E Curti” di Sant'Anastasia in provincia di Napoli, un primo piatto costituito da ingredienti non solo buoni, ma anche ricchi di importanti proprietà nutritive, come la vitamina E ed il magnesio presenti nella frutta secca, e la vitamina C contenuta nell'uva passa, nei pomodorini, nel prezzemolo e nei capperi.





Ecco cosa vi servirà per questa ricetta: 
(4 persone)

4 etti di spaghetti 
35 gr. di noci
35 gr. di nocciole
16 pinoli
10 chicchi di uva passa
9 capperi dissalati
8 olive nere ( io ho usato le taggiasche)
250 gr. di pomodorini
uno spicchio di aglio
una manciata di prezzemolo 
olio extra vergine di oliva
sale
1 presa di origano 

NB: Le dosi degli ingredienti elencati sopra, tranne l'uva passa e le olive e pinoli, sono state dimezzate rispetto a quelle indicate nel libro.

Il procedimento...
… è molto semplice. Dopo aver fatto rinvenire l'uva passa con dell'acqua tiepida, spezzettato i gherigli di noce e le nocciole, snocciolato le olive (laddove fosse presente il nocciolo) e tritato il prezzemolo, possiamo mettere sul fuoco l'acqua per la pasta. Nel frattempo prepariamo il sugo. All'interno di un tegame scaldiamo un po' di olio e facciamo dorare lo spicchio di aglio scamiciato. Uniamo la frutta secca, i capperi e facciamo rosolare il tutto per qualche minuto. A questo punto aggiungiamo i pomodorini precedentemente tagliati a pezzettini e privati dei semi, saliamo e continuiamo la cottura per altri 5 minuti. Adesso aggiungiamo le olive, l'origano e il prezzemolo, facciamo insaporire il tutto ancora per qualche minuto e poi spegniamo il fuoco. 
Scoliamo la pasta ancora al dente e versiamola all'interno di una ciotola capiente ( io ho usato la pentola per la cottura della pasta) insieme al sugo e amalgamiamo il tutto (in quest'ultima fase mi sono aiutata con l'utilizzo di un po' di acqua di cottura). Componiamo i piatti avendo cura di raccogliere e distribuire bene il sugo.
Dopo aver assaggiato questo piatto posso dire che ne sono rimasta piacevolmente colpita. Gli ingredienti utilizzati si accostano davvero molto bene e si sposano alla perfezione pur presentando elementi dal sapore contrastante. Riproporrò molto presto questa ricetta durante una delle prossime cene e semmai dovessi trovarmi nei dintorni di Sant'Anastasia mi recherò sicuramente all'Osteria “'E Curti” per assaggiare questo piatto, preparato da mani più esperte e più sicure delle mie, e non solo!!!


1Nicola Ferrero ( a cura di ), La grande cucina delle Osterie d'Italia, Slow Food Editore, Bergamo, 2013. 

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