ASPARAGIOTTO

22.5.15




Se come me amate gli asparagi allora dovete assolutamente provare a fare questo risotto, semplicissimo da preparare e buonissimo da mangiare...

Finalmente è arrivata la stagione degli asparagi, che io amo follemente sia per le loro proprietà nutritive, infatti sono ricchi di acido folico e di vitamine A, C ed E, sia per il loro gusto e la loro versatilità in cucina. Oggi vi propongo un primo molto facile da preparare ma soprattutto buonissimo e colorato. Ecco a voi cosa occorre per preparare il mitico Asparagiotto:

320 gr. di riso semintegrale
500 gr. di ricotta di pecora
1 carota grande
2 cipolle piccole
500 gr. di asparagi 
sale q.b

Per prima cosa puliamo e laviamo gli asparagi, sbollentiamoli in abbondante acqua bollente salata per 2, massimo 5 minuti e scoliamoli, ricordandoci di conservare l'acqua di cottura. Facciamoli raffreddare e tagliamoli per ricavarne le punte. All'interno di un mixer da cucina versiamo la ricotta, le cipolle, le carote (entrambe precedentemente pulite e tagliate grossolanamente), le code degli asparagi e frulliamo il tutto fino ad ottenere un composto omogeneo. A questo punto tostiamo il riso all'interno di una padella antiaderente per qualche minuto, e continuiamo a cuocerlo aggiungendo man mano l'acqua di cottura degli asparagi. A metà cottura aggiungiamo la crema di ricotta e verdure, continuiamo a cuocere a fuoco medio, mescolando di tanto in tanto e aggiustiamo di sale.
NB: I tempi di cottura variano in base al riso utilizzato e al grado di cottura desiderato. Quello che io consiglio è di assaggiare, sarà il vostro palato a decidere.
Quando il riso è quasi pronto aggiungiamo una parte di punte di asparagi (teniamone da parte qualcuna per guarnire i piatti) e continuiamo a mescolare. 
Ultimata la cottura spegniamo il fuoco e serviamo il nostro risotto ancora caldo e fumante. 

V.

TORTINI ZENZERINI

10.5.15






È il compleanno di Daniela, la mia Amica vegetariana e per di più intollerante ai latticini, e non so che torta prepararle. Apro il frigo e ci infilo dentro il naso cercando la giusta ispirazione, quando mi balza all'occhio quella super invitante barretta al cioccolato, mi ricordo che a Daniela piace molto e penso che non ci sia niente di più cioccolatoso della torta tenerina. Tiro fuori il cioccolato dal frigo, vado subito a cercare la ricetta e leggo che uno degli ingredienti è il burro, uno dei cibi nella black list di Daniela, ma non demordo, per fortuna, infatti, ho il mio amato olio di semi di girasole pronto a salvare la situazione e, risvegliati gli strumenti del mestiere, mi metto al lavoro per creare qualcosa di speciale, magari anche un po' speziato, proprio come lei!

Ed è così che sono nati i miei Tortini Zenzerini! Se anche voi volete provare a farli non vi resta che segnarvi gli ingredienti e seguire il procedimento! 


200 gr. di Cioccolato fondente 
100 gr olio di semi di girasole 
100 gr. di zucchero di canna integrale 
4 uova 
4 cucchiai di farina integrale ( più o meno 50 gr)
1 cucchiaino di zenzero in polvere
1 pizzico di sale 

Per prima cosa sciogliamo il cioccolato all'interno di un pentolino con un po' di acqua e lasciamolo raffreddare. Dividiamo i tuorli dagli albumi e montiamo quest'ultimi a neve ben ferma con il pizzico di sale. Mescoliamo, amalgamando bene, i tuorli con lo zucchero e aggiungiamo il cioccolato. Continuando a mescolare bene uniamo l'olio, la farina, lo zenzero e gli albumi evitando che si smontino. Per quest'ultima operazione vi consiglio di procedere lentamente mescolando dal basso verso l'alto. A questo punto mettiamo il composto all'interno di una tortiera e cuociamo, in forno già caldo, per una ventina di minuti a 180 gradi. Dopo avere lasciato raffreddare la torta prendiamo un coppapasta, o una formina per biscotti a vostro piacimento, e tagliamo la torta formando dei dischi, o delle formine, che poi andremo a spolverare con un po' di zucchero a velo.

A questo punto i nostri dischetti al cioccolato aromatizzati allo zenzero sono pronti per essere gustati e... amati!!! 

PS: Gli “scarti” della torta non li ho buttati, sono stati utilizzati per la prova assaggio!!! ;-P
                                                                 V.

'O SICCHJIE RA MUNNEZZA

1.5.15





Abbiamo voluto raccontare quei posti che incarnassero al meglio il concetto di osteria contemporanea, come lo intendiamo noi. Territorio e stagionalità, rapporto stretto con i produttori, quasi a creare una “comunità del cibo”. E, ancora, che avessero un legame con la tradizione, ma fossero anche capaci di innovare, sperimentare. Che avessero ben chiari i principi dell'ospitalità: quella vera, che viene dal cuore, non il mestiere che porta a sorrisi forzati e salamalecchi fasulli. E che, soprattutto, facessero bene da mangiare. Ci siamo resi conto, poi, che avevamo voglia di fotografie, di belle immagini, di ritratti, di piatti, di cucine piene di gente al lavoro, di sale e salette, di verande e dehors. Di far vedere le facce di chi, giorno per giorno, dedica la sua vita a una passione.1
( M.Bolasco, N.Ferrero)

Così inizia uno dei libri di cucina presenti nella mia “libreria del gusto”. Il libro in questione è “La grande cucina delle osterie d'Italia” edita da Slow Food Editore. Qui, grazie alle storie di 22 osterie, viene raccontata la tradizione gastronomica del nostro paese. Queste 380 pagine, fatte di bellissime immagini, parole e ricette, ci portano ad conoscere non solo storie e tradizioni, ma soprattutto persone, tutte quelle persone che di una passione ne hanno fatto un mestiere da amare e onorare. Siccome sono dell'idea che i libri che parlano di cucina debbano essere utilizzati e consumati soprattutto in cucina ( perdonate la ripetizione) ho deciso di “rubare” una ricettina che mi ha davvero incuriosito. Sto parlando di “'O sicchje ra munnezza” dell'Osteria “'E Curti” di Sant'Anastasia in provincia di Napoli, un primo piatto costituito da ingredienti non solo buoni, ma anche ricchi di importanti proprietà nutritive, come la vitamina E ed il magnesio presenti nella frutta secca, e la vitamina C contenuta nell'uva passa, nei pomodorini, nel prezzemolo e nei capperi.





Ecco cosa vi servirà per questa ricetta: 
(4 persone)

4 etti di spaghetti 
35 gr. di noci
35 gr. di nocciole
16 pinoli
10 chicchi di uva passa
9 capperi dissalati
8 olive nere ( io ho usato le taggiasche)
250 gr. di pomodorini
uno spicchio di aglio
una manciata di prezzemolo 
olio extra vergine di oliva
sale
1 presa di origano 

NB: Le dosi degli ingredienti elencati sopra, tranne l'uva passa e le olive e pinoli, sono state dimezzate rispetto a quelle indicate nel libro.

Il procedimento...
… è molto semplice. Dopo aver fatto rinvenire l'uva passa con dell'acqua tiepida, spezzettato i gherigli di noce e le nocciole, snocciolato le olive (laddove fosse presente il nocciolo) e tritato il prezzemolo, possiamo mettere sul fuoco l'acqua per la pasta. Nel frattempo prepariamo il sugo. All'interno di un tegame scaldiamo un po' di olio e facciamo dorare lo spicchio di aglio scamiciato. Uniamo la frutta secca, i capperi e facciamo rosolare il tutto per qualche minuto. A questo punto aggiungiamo i pomodorini precedentemente tagliati a pezzettini e privati dei semi, saliamo e continuiamo la cottura per altri 5 minuti. Adesso aggiungiamo le olive, l'origano e il prezzemolo, facciamo insaporire il tutto ancora per qualche minuto e poi spegniamo il fuoco. 
Scoliamo la pasta ancora al dente e versiamola all'interno di una ciotola capiente ( io ho usato la pentola per la cottura della pasta) insieme al sugo e amalgamiamo il tutto (in quest'ultima fase mi sono aiutata con l'utilizzo di un po' di acqua di cottura). Componiamo i piatti avendo cura di raccogliere e distribuire bene il sugo.
Dopo aver assaggiato questo piatto posso dire che ne sono rimasta piacevolmente colpita. Gli ingredienti utilizzati si accostano davvero molto bene e si sposano alla perfezione pur presentando elementi dal sapore contrastante. Riproporrò molto presto questa ricetta durante una delle prossime cene e semmai dovessi trovarmi nei dintorni di Sant'Anastasia mi recherò sicuramente all'Osteria “'E Curti” per assaggiare questo piatto, preparato da mani più esperte e più sicure delle mie, e non solo!!!


1Nicola Ferrero ( a cura di ), La grande cucina delle Osterie d'Italia, Slow Food Editore, Bergamo, 2013.